Eccomi...

già... la domanda è qual'è la perdita di tempo?

Il fatto è che nello studio raramente si imparano cosa che servono veramente per vivere, o meglio si impara benissimo a vivere in questa società violenza, visto che a scuola si imparano tutti i metodi violenti che poi useremo per tutta la vita per interfacciarci con gli altri... servirebbe un po' di educazione non formale nelle nostre scuole tipo quella che sta cercando di fare Charo.
Giusto per informazione Lama Michel ha un importante progetto in corso sull'educazione non formale nelle scuole in Brasile. A cominciare dalle scuole nei quartieri più poveri. La prima scuola penso sia già in sperimentazione, si sa mai che la cosa funziona.

Ste ha scritto: si sa mai che la cosa funziona.

tanto se funziona lo sapremo solo io te e il forum giusto perchè ce lo dirà lama michel...... ma se anche così fosse, qualche migliaio di bambini forse verrebbero educati decentemente e anche 1 su 6 miliardi è sempre, 1

anche perchè un migliaio di bambini fa 2 migliaia di figli che a loro volta ne fanno 4 migliaia ecc

Ste ha scritto:anche perchè un migliaio di bambini fa 2 migliaia di figli che a loro volta ne fanno 4 migliaia ecc

vero!!!

ester_tigro ha scritto:
si...infatti non ho mai preso l'università come una scuola di vita, è più che altro una necessità....mi aspetto solo che mi insegnino quello che sarà il mio mestiere, ma a quanto pare è chiedere troppo, dicono tutti che il mestiere lo impari una volta che sei fuori dalla facoltà...e diciamo che quelli che ci dovrebbero insegnare qualcosa la maggior parte delle volte se ne fregano....quindi ho cambiato atteggiamento, mentre prima cercavo di fare sempre le cose nel migliore dei modi ora cerco di uscire al più presto da quel posto, tanto nessuno ha niente da darmi

già... purtroppo pur non avendo per scelta fatto l'università e quindi non avendo un'esperienza personale, negli ultimi anni, da tutti i vostri piacevoli racconti non posso che confermare le tristi idee che avevo sul moderno sistema educativo. Purtroppo... quasi mi sarebbe piaciuto poterle smentire.

primaveraestateautunno inverno
e ancora primavera...

Ste ha scritto:primaveraestateautunno inverno
e ancora primavera...

e se non è lui, ci assomiglia troooooppo
anche io vorrei passare un po' di tempo laggiù

in somno veritas...ma mò non c'ho sonno

Infatti, era al conferma che avevi sonno, se avessi declinato bene non avevi ancora così sonno!

come mai yuki?

quella di dance dance dance?

charo ha scritto:quella di dance dance dance?

uh?

Ste ha scritto:

charo ha scritto:quella di dance dance dance?

uh?

Il più orientale dei romanzi del grande scrittore giapponese descrive un percorso di recupero del senso della realtà, quindi di rinascita, in sintonia con le profonde e radicate tradizioni buddiste del "ciclo di vite" attraverso le quali l'uomo raggiunge il livello superiore, quello della conoscenza. La novità e' che il protagonista intraprende il suo personale ciclo di conoscenza e riappropriazione della realtà in una fase della sua vita, e nel segno della leggerezza, della capacità di trovare il ritmo e l'armonia, come sottolineato dal titolo, che riecheggia i consigli dell'uomo-pecora per trovare la via di uscita.

Il ciclo inizia con la sparizione di una persona cara, la modella e squillo di lusso Kiki, con un albergo vecchio e fuori moda, simbolo del Giappone tradizionale, nascosto dentro ad un'altro, moderno ed esteriormente perfetto, immagine del Giappone attuale e del mondo capitalistico avanzato, e finisce con la riconquista di un nuovo rapporto a due, con la ironica receptionist Yumiyoshi. In mezzo il protagonista, giornalista free lance, impegnato in un compito che lui ritiene, con distacco ironico, socialmente utile, di spalatore di neve culturale, cioè nella redazione di quegli articoli riempitivo che servono alla nostra società capitalistica avanzata per riempire i vuoti temporali e informativi. Supera prove come sperimentare il ruolo di padre (con la tredicenne Yuki, simbolo della adolescenza, con la sua visione diversa delle cose e la incomunicabilità con la madre Ame, altro curioso personaggio), la dimensione della amicizia profonda tra uomini (con l'amico, attore di successo, Gotanda) e sperimenta più volte l'incontro con la morte di persone a lui vicine.

Punto di raccordo tra le due dimensioni nelle quali si muove, quella reale a cui tende, e quella del ripiegamento verso la totale solitudine e la chiusura in un mondo interiore solo suo e solo a lui conoscibile e comprensibile, sono il misterioso uomo-pecora, che vive nei corridoi segreti del vecchio albergo, e la squillo svanita nel nulla, Kiki.

Piu' volte sembra sul punto di ripiegare, ma proprio le prove che supera e il desiderio per Yumiyoshi gli danno alla fine la spinta per emergere dal ciclo che le circostanze, o lui stesso, hanno imposto.

Il libro si chiude nel segno della semplicità: il rapporto a due che da' il senso alla vita, il mattino come metafora dell'inizio di una nuova fase dell'esistenza.

Nessuno ha scritto:

Ste ha scritto:

charo ha scritto:quella di dance dance dance?

uh?

Il libro si chiude nel segno della semplicità: il rapporto a due che da' il senso alla vita, il mattino come metafora dell'inizio di una nuova fase dell'esistenza.

azzz quanta robba! son sicuro che se leggevo il libro non ne capivo una di queste metafore

Beh io ho solo googlizzato

yuki deve fare una scelta...uff