Monte Meru
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Messaggio  charo Ven Giu 20, 2008 11:12 pm

allora vi mando una cosa che ho scritto mentre erp in guatemala. non la rileggevo da anni...ero davvero in un altro stato ( non solo fisico)...la cosa incredibile è predneere la bibbia eocnfrontare il mio testo ( che di per sè appare poco ortodosso) con l'originale...la mia interpretazione non è per niente esclusa dal testo sacro...
vi metto anche l'introduzione che scrissi allora


"Una storia come un’altra…solo la Fonte di ispirazione e’ distinta e mi incute un po’ di timore, perche’ non vorrei mancarLe di rispetto.
Una storia delle mie, anche se davvero io mi stupisco sempre di cio’ che esce e resto a guardare la mia creatura con stupore e senza comprenderla fino in fondo.
Ci sono intere frasi che non riconosco come mie, e non sono quelle citate dall’originale. Non so da dove vengano. Da sensazioni forse.
Diciamo che questo racconto nasce da una sensazione-intuizione tradotta in immagini…ma forse questo vale per tutti racconti…

LA CREAZIONE DELL’ESSERE UMANO


…E Dio creo’ l’Essere Umano a sua immagine e somiglianza, maschio e femmina lo creo’.
Lo benedisse dicendogli: “Andate e moltiplicatevi, riempite la terra e sottomettetela. Che abbiate potere sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo e su tutti gli esseri viventi che si muovono sulla terra.”
L’Essere Umano era maschio e femmina, col potere della sua mente si moltiplico’ e sottomise la terra.
L’Essere Umano era perfetto ed eterno. Non conosceva il Dolore.
L’Essere Umano non conosceva la Fatica, ma nemmeno la Soddisfazione.
Non conosceva la Paura, ma nemmeno il Coraggio.
Non conosceva la Delusione, ma nemmeno l’Entusiasmo.
Non conosceva il Male, ma non conosceva nemmeno il Bene.
Non conosceva la Disperazione, ma nemmeno la Fiducia.

Dio mise l’Essere Umano nel giardino dell’Eden perche’ lo coltivasse e se ne prendesse cura.
Nel giardino sorgeva l’Albero della Conoscenza del Bene e del Male e l’Albero della Vita.
Il Signore Dio diede un comandamento all’Essere Umano: “Puoi mangiare tutti i frutti del giardino, ma non mangerai dell’Albero della Conoscenza del Bene e del Male, se lo farai morirai.”
Disse poi il Signore: “Non e’ bene che l’Essere Umano resti solo.”
L’Essere Umano infatti diede un nome a tutti gli esseri viventi, aveva potere su tutto ma nessuno era alla sua altezza per poter stare al suo fianco. Non cercava i suoi simili perche’ era maschio e femmina al tempo stesso e non aveva bisogno di niente e di nessuno.
Non conosceva la Solitudine, ma nemmeno l’Amore.
Allora il Signore Dio fece cadere l’Essere Umano in un sonno profondo.
Quando si addormento’ lo taglio’ in due parti.
Separo’ la testa in due teste distinte di modo che potessero contraddirsi.
Divise in due il torace lasciando meta’ cuore da una parte e meta’ dall’altra, perche’ potessero comprendersi.
Quando arrivo’ sotto la pancia smise di tagliare e strappo’ l’Essere Umano in due creando due esseri distinti.
Ma nello strappare un pezzo di carne dell’uno resto’ attaccato all’altro.
Perche’ i due esseri non perdessero l’equilibrio li fece simmetrici, raddoppiando la gamba e il braccio, l’occhio, l’orecchio e la narice, ma di testa ne lascio’ una sola cada uno perche’ potesse governare sul corpo e di bocca ne lascio’ una ciascuno perche’ esprimessero un pensiero per volta.
Poi Dio richiuse il taglio tirando la pelle della schiena di ciascuno e fissandola al centro creando l’ombelico.
Ma dal petto delle due creature il cuore tagliato continuava a zampillare per il desiderio di riunirsi e il sangue si coagulo’ in una piccola cicatrice scura a cui si affianco’ un’altra cicatrice simmetrica per contenere meglio il cuore.
L’essere che resto’ senza il pezzo di carne rimase con una ferita che non si rimargino’ e il suo cuore soffri’ tanto che si gonfio’ dove c’erano le due cicatrici.
Cosi’ l’Uomo e la Donna conobbero il Dolore.
Cercarono di parlarsi ma non si capirono e conobbero la Delusione.
Ogni testa guido’ il corpo per la sua strada, in direzioni opposte e conobbero la Solitudine.
Avevano perso il loro potere, dovettero cercarsi il cibo da soli e conobbero la Fatica.
Non potevano piu’ guardarsi dietro le spalle, e conobbero la Paura.
I loro corpi iniziarono a invecchiare e si accorsero che non erano piu’ perfetti. E conobbero la Disperazione.

Il serpente disse all’essere che aveva la ferita ancora aperta: “E’ cattivo il vostro Dio. E’ vero che vi ha anche proibito di cibarvi dei frutti del giardino in cui vi ha messo?”
La Donna rispose: “Possiamo mangiare tutto quello che vogliamo, pero’ non possiamo mangiare dall’albero che sta al centro, perche’ Dio ci ha detto: se lo mangerete morirete.”
Disse allora il serpente: “ Dio vi ha detto cosi’ perche’ sa che chi ne mangia aprira’ gli occhi, diventera’ come Dio e conoscera’il Bene e il Male.”
La Donna prese un frutto e lo addento’. Ma l’uomo aveva ascoltato tutto e volle mangiarne anche lui perche’ temette che la Donna diventasse come Dio e lo sottomettesse.
Entrambi volevano avere piu’ potere dell’altro perche’ avevano paura e non si fidavano di loro ne’ del Signore.
Cosi’ l’Uomo e la Donna conobbero il Male.
A entrambi si aprirono gli occhi e si accorsero che erano nudi come vermi.
Si vergognarono della propria differenza fisica e trovarono oscena la differenza fisica dell’altro, per questo si coprirono con delle foglie.
Quando sentirono la voce di Dio nel giardino corsero a nascondersi.
Allora Dio chiamo’ l’Uomo: “Dove sei?” “Ho sentito il tuo passo nel giardino e ho avuto paura perche’ sono nudo, per questo mi sono nascosto.”
E Dio chiese:“E come fai a sapere che sei nudo? Hai mangiato dell’Albero della Conoscenza?”.
E’ l’Uomo rispose: “E’ colpa della donna, ha iniziato lei!”
E la Donna disse: “E’ colpa del serpente, mi ha ingannata!”
Allora Dio disse al serpente: “Per questo sara’ maledetta la tua specie e striscerai mangiando terra. Non ci sara’ piu’ amicizia tra te e la Donna, e visto che lei ti conosce bene, sara’ lei e la sua discendenza a schiacciarti la testa mentre cercherai di morderle il tallone!”
Alla Donna disse: “Visto che desideri tanto essere come Dio, tu creerai gli esseri umani. D’ora in poi non genererete piu’ figli gia’ maturi con la sola forza del pensiero. Nello spazio vuoto che hai dentro crescereanno i tuoi bambini e soffrirai quando usciranno, come soffro io a vedervi errare sulla terra. Ma il tuo istinto ti spingera’ a colmare la tua ferita e sempre avrai bisogno di un uomo e ti unirai a lui per la fame che la vita ha di se’.”
All’Uomo disse: “Visto che non sai pensare con la tua testa e hai dissobbedito all’unico comandamento che ti ho dato solo perche’ volevi avere piu’ potere, maledetta si la terra per causa tua. La natura non sara’ piu’ in tuo potere, combatterai contro la sua forza. Con il sudore della tua fronte mangerai pane finche’ non ritornerai alla terra, perche’ il tuo orgoglio non ti faccia scordare che polvere sei e polvere ritornerai.
Si’, perche’ adesso l’essere umano e’ diventato come noi, e puo’ giudicare cio’ che e’ Bene e cio’ che e’ Male. Scelga dunque tra il Bene e il Male, ma lo faccia in fretta, perche’ lo caccero’ dal giardino di modo che non possa stendere la mano a mangiare dell’Albero della Vita, e i suoi giorni saranno contati.”

Allora l’Uomo e la Donna si ritrovarono insieme fuori dal giradino.
Per necessita’ unirono le loro forze per lavorare la terra e la terra frutto’.
Ed essi conobbero la Soddisfazione.
La notte uno vegliava le spalle dell’altro e lo difendeva per paura che l’altro morisse lasciandolo solo. Ed essi conobbero il Coraggio.
Allora capirono che dovevano mettersi d’accordo e parlarono per unire i loro pensieri, ma si contraddicevano l’un l’altro. Allora la Donna disse “Siamo troppo diversi, non possiamo capirci. Meglio sarebbe andare ciascuno per la sua strada.”
Ma l’Uomo disse “Sei carne della mia carne e io sono carne della tua carne. Vedi, abbracciati ci completiamo!”
E i loro corpi si intrecciarono perfettamente come quando erano un unico Essere. Ed essi conobbero l’Entusiasmo.
I loro cuori si riconobbero e decisero di condividere tutto. Ed essi compresero l’Amore.
Allora essi confrontarono quel Bene con il Male e scelsero l’Amore.
Dalla loro unione naquero dei bambini e attraverso di loro essi ridivennero Immortali.
Ma Perfetti non lo ridivennero mai, perche’ Dio aveva regalato loro la liberta’ di scegliere e di sbagliare.
Allora poterono compredere che Dio aveva fatto tutto questo solo per Amore. Ed essi conobbero la Fiducia.
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Messaggio  Ste Sab Giu 21, 2008 10:09 pm

Ci sono delle cose enormi in questa rivisitazione ... non mi ricordo bene l'originale, ma so per certo che qui ci sono più cose enormi, forse perchè alcune parti sono scritte in modo molto più comprensibile o forse perchè adesso io le guardo e le capisco con occhi diversi...
Tra l'altro mi sa che l'avevo già letto questo tuo testo. Lo rileggerò tra altri 3 o 4 anni e chissà cosa ci troverò.
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Messaggio  ester_tigro Dom Giu 22, 2008 12:16 pm

è bellissimo charo...

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Messaggio  fox Gio Giu 26, 2008 4:37 pm

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Messaggio  jane doe 19 Ven Giu 27, 2008 1:02 pm

dunque...ste,. preso da un'incontrollata smania di sincronicità la creazione 218300 , mi ha invitato ad iscrivermi.....quindi in primis...buongiorno a tutti. Very Happy

in secundis...leggevo qui sopra...e mi è saltato alla mente un raccontino breve di hesse...ve lo linko anche se effettivamente non l'ho fatto io!

http://fralenuvol.com/albero/bambini/favole/favola_amore

ciao a tutti
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Messaggio  fox Ven Giu 27, 2008 4:15 pm

jane doe 19 ha scritto:dunque...ste,. preso da un'incontrollata smania di sincronicità la creazione 218300 , mi ha invitato ad iscrivermi.....quindi in primis...buongiorno a tutti. Very Happy
benvenutaaaaaaaa miss jane!! la creazione 591590
guarda che se poi c'hai voglia puoi postare qualcosa nell' "oggi chi sono" Smile
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Messaggio  Ste Ven Giu 27, 2008 11:12 pm

jane doe 19 ha scritto:
in secundis...leggevo qui sopra...e mi è saltato alla mente un raccontino breve di hesse...ve lo linko anche se effettivamente non l'ho fatto io!

Bellissimo...
Queste sono le favole che dovremmo raccontare ai bambini,
in poche righe da davvero un sacco di piccole intuizioni e collegamenti!
Almeno per me è stato così.
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Messaggio  ester_tigro Mar Lug 08, 2008 2:18 pm

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perchè a me non raccontavano queste favole?
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Messaggio  charo Dom Lug 13, 2008 1:10 pm

molto bella!
però credo che sia una fiaba per grandi,non per bambini- senza nulla togliere al suo fascino.
lo dico perchè mentre al leggevo potevo intuire quale fossereo le esperienze e le riflessioni dell'autore, che ha trovato questa forma diretta e poetica di mettere in scena con immagini e metafore il percorso di vita di un adulto, o di un adolescente, alla scoperta dell'amore, della completezza, del cambiamento...anche la versione della creazione che ho riscritto non è una storia per bambini, mentre l'originale può esserlo.
perchè le fiabe hanno una potenza maggiore, sono più universali, non senti il pensiero di un individuo dietro il racconto, senti la forza di un linguaggio primordiale, le fiabe non sono semplici metafore. non so se mi sono spiegata.
però è bellissimo cercare di raccontare la propria vita o alcune esperienze importanati con il linguaggio delle fiabe. io lo faccio nei momenti di crisi in cui non riesco a uscire da un groviglio o quando voglio fare il punto della situazione, perchè è più facile far finire bene una fiaba e mentre trovo immagini per descrivere il mio percorso mi si chiarisce tutto, anche senza dover fare tante riflessioni simboliche psicoanalitiche. è un metodo che ho usato anche con ragazzini stranieri, è incredibile come vengano fuori tutti i nodi, i timori le speranze e le risorse di una persona.
per farvi un esempio vi farò leggere una favola che ho scritto in guatemala, anche questa non è per bambini piccoli...ho un po' di pudore perchè è proprio la mia vita, è un po' come mettersi in mutande, ma con voi mi sento a mio agio


“C’era una volta una ragazza che viveva in cima a una torre molto alta. Passava le giornate a ricamare ed era bravissima, ma lasciava sempre un particolare incompiuto...cosi’ le avevano insegnato, perche’, diceva sua nonna, la perfezione non e’ di questa terra e noi dobbiamo ricordarcelo.
Solitamente ritraeva animali, piante o paesaggi, ma un giorno, mentre stava ricamando un cavallo, penso’ che ci sarebbe stato bene un cavaliere.
Ci stava molto bene, infatti e le venne molto bene, naturalmente.
Cosi’ bene che se ne innamoro’.
Passava la notte a guardarlo e lo sguardo continuava a caderle sul lobo dell’orecchio, che aveva lasciato incompiuto.
E’ un vero peccato, penso’, lasciarlo cosi’...e aggiunse il punto mancante.
In quel preciso momento il giovane la guardo’ negli occhi e scese da cavallo.
Lei sobbalzo’ spaventata, ma lui la prese tra le braccia e lei si senti’ la donna piu’ felice del mondo.

I due vivevano d’amore e d’accordo, nessuno usciva mai dalla torre perche’ se avevano fame lei ricamava una pizza e se la mangiavano, se volevano andare a fare un giro lei prendeva uno dei suoi lavori incompiuti e bastava che aggiungesse un punto perche’ il paesaggio prendesse tridimensionalita’ intorno a loro.
E ogni volta che lei creava qualcosa lui si rallegrava e la baciava con passione.
Un giorno il giovane si avvicino’ alla porta della stanza e chiese “Cosa c’e’ li’ dentro?”
“Niente di interessante, le stesse cose che ci sono qui, ma meno belle.”
“Voglio entrarci!”
“Non puoi.”
“E perche’?”chiese lui stupito.
“Perche’ poi non torni piu’ da me.”
“Non dire sciocchezze, vado a vedere e torno.”
Ma lei scoppio’ in singhiozzi cosi’ disperati che lui corse ad abbracciarla e non parlo’ piu’ della porta.
Pero’ continuava a pensarci e un giorno che lei si era addormentata su una amaca di fiori nel tramonto eterno che faceva da sfondo romantico alle loro giornate d’amore, lui decise di aprire la porta, solo per dare un’occhiatina.
Si trovo’ davanti delle scale a chiocciola che percorse fino a trovarsi difronte a una altra porta piu’ grande.
La apri’ e dentro c’era una strada, e case e il cielo e gente, voci, rumori, tutto si muoveva, pure le nuvole. E il sole scaldava.
E il vento gli accarezzava la pelle.
Fuori c’erano altre persone come la ragazza che conosceva lui, ma avevano i capelli ricamati di colori diversi, alcune erano piu’ alte, altre piu’ rotonde...erano tutte bellissime.
Una di queste, con dei lunghissimi capelli neri gli si avvicino’e gli sorrise: “Da dove venite bel cavaliere?...avete viaggiato molto? Volete bere dell’acqua fresca?”
In quel momento la tessitrice si sveglio’ e non trovo’ accanto a se’ il suo amore.
Lo chiamo’, lo cerco’ tra le tele sparse...niente.
Allora si affaccio’ alla finestra e lo vide vicino alla fonte che stava baciando una ragazza con dei lunghissimi capelli neri.
Folle di odio incomincio’ a ricamare un drago terribile e sul davanzale termino’ l’ultima lingua di fuoco che usciva dalla sua bocca.
Il mostro balzo’ fuori e si getto’ sul giovane ruggendo. Gia’ lo aveva afferrato e stava per staccargli la testa quando la tessitrice si rese conto di quel che aveva fatto e rapida straccio’ in due la tela che raffigurava il drago, il quale si dissolse nel nulla.
Poi ella scese correndo le scale
“Ti sei fatto male? - chiese preoccupata al suo uomo.
“No, no, tutto bene.” Rispose lui frastornato.
“Ti odio. Non mi toccare!”disse lei allora.
“Ma....? ma...cosa ti ho fatto?” balbetto’ lui
“Cosa hai fatto mi chiedi?! Ti ho visto che baciavi quella la’!”
“Ah, quella ragazza? Ma lei e’ stata molto gentile con me, mi ricordava un po’ te, mi ha offerto dell’acqua e per ringraziarla l’ho baciata come faccio con te.”
“Vabeh, ti perdono, ma non devi uscire mai piu’!”
“Ma perche’? Io voglio conoscere questo ricamo cosi’ vasto e movimentato, voglio conoscere altri paesaggi, animali e ragazze...”
“Allora vattene! VATTENE! Non ti voglio vedere mai piu’!” strillo’ lei corse nella sua torre
chiuse il portone a tripla mandata scoppio’ in lacrime.
Lui busso’ busso’, poi penso’ che forse in effetti se proprio lei non gli apriva lui non ci poteva fare niente e tanto valeva andare a scoprire questo nuovo mondo.
Lei piangeva piangeva e quando trovo’ il ritratto del cavaliere fece saltare con l’ago un punto del lobo dell’orecchio, poi accartoccio’ il panno e lo getto’ in angolo.
Lui, gia’ in bosco lontano, lancio’ un grido.


* * *

Molti anni dopo, lei stava iniziando un ennesimo ricamo, ma non l’avrebbe terminato, in tutti quegli anni non aveva mai piu’ concluso un lavoro, neanche arrivava a meta’ e lo lasciava in un angolo.
D’un tratto le parve che qualcuno bussasse al portone.
Scese le scale e ando’ ad aprire, fuori era buio. C’era un uomo con una lunga barba, avvolto in un mantello col cappuccio.
“Ho saputo che fate ricami prodigiosi.” Disse l’uomo.
“Ora non piu’. Buona notte.” Rispose secca lei e stava per chiudere il portone.
“Ma non potreste mostrarmi alcuni vostri lavori? Sono venuto fin qui apposta da molto lontano e non so dove andare a dormire!”
“Mi spiace, non faccio niente che valga la pena vedere e comunque non mostro mai quello che faccio. Adesso vado perche’ devo lavorare.”
“Ma gia’ e’ scuro, rovinereste i vostri begli occhi a lavorare al buio!
Se non volete farmi entrare, almeno permettetemi di discorrere po’ qui con voi, sul portone.”
Lei esito’. Perche’ esitava?
Forse le stava interessando quell’uomo incappucciato?
No, non c’era pericolo, lei sapeva che non si sarebbe mai piu’ innamorata perche’ aveva sofferto troppo.
L’uomo inizio’ a raccontarle dei suoi viaggi in giro per il mondo e lei resto’ ad ascoltarlo in silenzio.
A mezzanotte la luna stava per sorgere quando l’uomo disse “Si e’ fatto tardi, devo andare. Buona notte.”
E si allontano’ a grandi passi lasciandola sul portone interdetta.
Risalendo le scale scrollo’ le spalle. “Tutti uguali questi uomini.”
E si mise a letto cercando di dormire.
Il giorno seguente si alzo’ presto e riprese a lavorare, ma non riusciva a concentrarsi, inizio’ tre tele distinte e le disfo’ tutte.
Giunta la sera le venne una voglia di piangere incredibile, quando senti’ battere al portone.
Si scaravento’ giu’ dalle scale. Era l’uomo con la barba e il mantello. “Spero di non disturbare...-disse lui.
“No, no, stavo giusto facendo...ma non importa.”
“Che ne dite di fare una passeggiata chiacchierando?”
“...mh...va bene.”
I due si incamminarono e lei avrebbe voluto guardare il suo volto ma il cappuccio e la barba ne nascondevano gran parte e la luna non era non era ancora sorta.
“Vivete sola in questa torre? Non siete sposata?”
“No.” Rispose secca.
“Mi scuso se sono stato sgarbato.
Neanch’io mi sono mai sposato.
...L’unica donna che amo.... l’ho trattata molto male e temo che non mi perdonera’ mai.
Ci amavamo tanto, la nostra vita era perfetta, ma io l’abbandonai...ero giovane...credevo che ne avrei potute incontrare altre come lei. Ho conosciuto molte donne, ma ho amato solo lei. Adesso vorrei dirglielo...ma ho paura che lei possa essersi dimenticata di me al punto da non riconoscermi se mi vede.”
“Una donna non dimentica mai l’uomo che ama...pero’ non e’ facile dimenticare il dolore e la delusione.”
In quel momento nel cielo si intravide il chiarore della luna che spuntava dalla montagna e lui disse “Si e’ fatto tardi, devo andare. Buona notte.” E scomparve lasciandola ritornare sola a casa.
La sera seguente egli torno’ a bussare, lei era arrabbiata per come l’aveva lasciata la sera precedente, ma ando’ ugualmente ad aprire il portone.
“No, non vengo a passeggiare con voi, perche’ voi poi a mezzanotte sparite e mi lasciate sola.”
“...Mi scuso per il mio comportamento maleducato.
Se venite con me vi prometto che ‘stanotte non sparirò”
Cosi’ potro’ vedere il suo volto quando sorgera’ la luna- penso’ lei e lo segui’, dimenticandosi l’arrabbiatura.
Si inoltrarono nel bosco. “Fa freddo” disse lei pensando che forse avrebbe voluto avvolgersi nel ampio mantello di lui.
“Facciamo un fuoco.” propose lui, e cominciarono a cercar legna.
Misero prima dei legnetti piccoli, poi sempre piu’ grossi e gia’ questo lavoro inizio’ a scaldarli, poi lui accese il falo’ e una grossa fiamma si sprigiono’ illuminando il suo volto. Lei senti’ un tuffo al cuore e gli abbasso’ rapida il cappuccio. Gli mancava il lobo di un orecchio!
Allora gli getto’ le braccia al collo ridendo e piangendo contemporaneamente e anche lui non sapeva se stava ridendo o piangendo peche’ non poteva credere che lei lo volesse ancora.
“Non ti leghero’ piu’ in ricami perfetti, restiamo fuori, cosi’, mezzi sbagliati come siamo!”
E il giorno dopo si sposarono e cominciarono subito a fare un sacco di bambini imperfetti ma molto felici.
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Messaggio  Ste Dom Lug 13, 2008 4:16 pm

che bello!
Io che so delle cose so che c'è molto di te qui dentro! Grazie di aver condiviso con tutti! Beh ma un librettino con tutte le tue storie, per grandi e piccoli potresti pensare a farlo no?
Tanto se poi te lo pubblicano mica la gente sa che parlano di te!

Grazie !
Very Happy
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Messaggio  fox Gio Lug 17, 2008 7:01 pm

io che non so niente di te non ho capito una fava (e non ho visto le tue mutande) ma mi associo a ringraziarti tanto!!! anche per la fatica che fai per trascrivere queste tue cose Razz

grazieee ancora
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Messaggio  ester_tigro Ven Lug 18, 2008 3:22 pm

Smile
grazie charo
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Messaggio  charo Sab Set 27, 2008 12:11 am

sì, cè la fiaba da finire, l'ho pensata, ma non l'ho scritta, però ho trovato questo file cheavevo perso, sempre sulla creazione...se qualcuno passa di qua....



Allora il Signore Dio disse: “Facciamo l’Essere Umano a nostra immagine e somiglianza, che abbia potere sui pesci del mare, gli uccelli del cielo, le bestie selvatiche e tutti gli esseri che si muovono sulla terra.”
“Sia di luce!” disse il Signore. E di luce fu, a immagine e somiglianza di Dio.
L’Essere Umano era puro Amore, sua unica volontà era donarsi.
Aveva più potere di tutte le altre creature perché la sua coscienza coincideva con quella di Dio, per questo l’Essere di Luce si donò a tutti gli esseri viventi della terra, donò luce e calore perché potessero svegliarsi e riscaldarsi, finché non restò più nulla.
Allora il Signore Dio disse: “Sia fatto di aria, della sostanza che ho posto per separare le acque di sopra da quelle di sotto, affinché entro esse sia contenuto.” E di aria fu, a immagine e somiglianza di Dio.
L’Essere Umano era puro Spirito, sua unica volontà era diffondersi.
Aveva più potere di tutte le altre creature perché la sua coscienza coincideva con quella di Dio, per questo l’Essere di Aria si donò a tutti gli esseri viventi della terra, donò respiro e vento perché potessero respirare e muoversi, finché non restò più nulla.
Allora il Signore Dio riflesse la sua immagine nell’acqua e disse: “Sia fatto d’acqua affinché la terra lo contenga.” E di acqua fu, a immagine di Dio.
L’Essere Umano era pura Vita, sua unica volontà era moltiplicare la vita.
Aveva più potere di tutte le altre creature perché la sua coscienza coincideva con quella di Dio, per questo l’Essere di Acqua si donò a tutti gli esseri viventi della terra, donò nutrimento e freschezza perché potessero bere e purificarsi, finché non restò più nulla.
Allora il Signore Dio impresse la sua immagine sulla terra e disse: “Sia fatto di terra affinché non possa disperdersi.” E di terra fu, a immagine di Dio.
L’Essere Umano era pura materia, sua unica volontà era mantenere l’Unità.
Aveva più potere di tutte le altre creature perché la sua coscienza coincideva con quella di Dio, per questo l’Essere di Terra si donò a tutti gli esseri viventi che in lui vivevano, donò nutrimento e sicurezza perché potessero trovare riparo e crescere, ma non si disperse, perché tutto si trasformava e riprendeva vita.
Così Dio creò l’Essere Umano, maschio e femmina lo creò.
Ma all’Essere Umano non importava niente della sua stessa vita, perché amava Dio e la creazione e il suo desiderio era annullarsi per ritrovare l’Unità.
Allora il Signore Dio stabilì che anche l’Essere Umano dovesse nutrirsi e riprodursi come gli altri esseri viventi, affinché avesse a cuore la sua stessa esistenza.
Lo benedisse e gli disse: “Va e moltiplicati, riempi la terra e abbi potere su tutti gli esseri viventi.”
E Dio guardò tutto ciò che aveva fatto e vide che era buono. E fu sera e fu mattina il sesto giorno.
Il settimo giorno terminò la sua opera e si riposò. E benedisse il settimo giorno.


Queste sono le origini del Cielo e della Terra, quando furono creati il giorno che Dio fece il Cielo e la Terra e tutte le piante prima che fossero sulla terra e tutte le erbe prima che nascessero, perché Dio ancora non aveva fatto piovere sulla terra, né c’era l’Essere Umano per coltivare la terra, solo usciva dal suolo un vapore che irrigava tutta la superficie terrestre ed era il guscio dentro cui giaceva l’Unità perfetta dell’Armonia.
Allora il Signore Dio prese della polvere di materia e la impastò con acqua viva per plasmare un corpo all’Essere Umano affinché lo contenesse.
Lì dentro soffiò il Suo Spirito il Signore e così creò l’Anima Individuale, infatti fino a quel momento Tutto aveva una sola Anima, ed era quella di Dio.
Così l’Essere Umano fu partorito e divenne un essere vivente, ma Dio non recise il cordone ombelicale con le sue mani.
Il Signore Dio continuò ad allattare l’Essere Umano e a cullarlo finché fosse pronto per poter costituire da solo il proprio corpo nutrendosi di mais e grano, che crescono grazie alla Terra, all’Acqua, all’Aria e al Sole. Così stabilì il Signore, affinché questi elementi fossero tutti presenti nel corpo umano e non fossero separati.
Allora il Signore Dio creò un giardino ad Oriente e ci mise l’Essere Umano che aveva formato affinché iniziasse lo svezzamento nutrendosi dei frutti della Terra. In mezzo al Giardino fece nascere l’Albero della Vita e l’Albero della Conoscenza del Bene e del Male.
Il Signore Dio volle che l’Essere Umano coltivasse e custodisse il Giardino dell’Eden, affinché apprendesse a prendersi cura nello stesso modo della propria anima e del proprio corpo.
Poi il Signore Dio diede un comandamento all’Essere Umano perché iniziasse a esercitare la volontà: “Puoi mangiare tutti i frutti del Giardino, ma se mangerai dell’Albero della Conoscenza del Bene e del Male, reciderai il cordone ombelicale, verrai espulso dal mio ventre e non avrai più accesso all’Albero della Vita, per questo morirai.”
L’Anima dell’Essere Umano, infatti, era ancora aderente all’Anima di Dio e non aveva bisogno di conoscere la distinzione tra Bene e Male.
Nel Giardino dell’Eden l’Amore dell’Unico Spirito, che viveva in Dio così come in ogni creatura, soddisfaceva i desideri del corpo e dell’anima dell’Essere Umano, per questo l’Essere Umano non sapeva distinguere se stesso da Dio e dalle altre creature.
Disse allora il Signore: “Non é bene che l’Essere Umano resti solo.”
Allora il Signore Dio formò con la terra tutte le bestie che aveva creato in precedenza e le portò all’Essere Umano perché giocasse con esse e balbettando sillabe le chiamasse ciascuna in modo distinto. Questi suoni furono i nomi degli animali e così nacque la parola umana. Allora l’Essere Umano apprese a dire Io e il suo nome fu Adamo.
Adamo apprese la distinzione tra le creature, ma esse avevano tutte una coscienza inferiore alla sua ed egli aveva potere su di esse, per questo non gli sarebbero servite per imparare l’Amore.
Allora il Signore Dio fece cadere l’Essere Umano nel sonno e dal suo lato formò una donna e la accostò all’uomo. Erano uguali.
Disse allora Adamo: “Lei è ossa delle mie ossa e carne della mia carne, lei sono io e io sono lei. Adesso non sono più solo.” E fu chiamata Umana in quanto parte dell’Umano.
Infatti la loro carne era divisa, ma essi non sapevano distinguersi l’uno dall’altra, non avevano la pelle e i loro fluidi passavano tra loro continuamente, non avevano pensieri distinti e compivano le medesime azioni, per questo non avevano segreti né provavano vergogna.


Allora il serpente, che era la più astuta fra tutte le bestie del creato, si rivolse alla donna perché era la ultima venuta e non aveva ascoltato di persona le parole del Signore, ma gliele aveva riferite Adamo.
E disse il serpente alla donna: “È vero che Dio vi ha anche proibito di cibarvi dei frutti del giardino in cui vi ha messo?”
La Donna rispose: “Possiamo mangiare tutto quello che vogliamo, però non possiamo mangiare dall’albero che sta al centro, perché Dio ci ha detto: se lo mangerete morirete, e anche solo se lo toccherete”
Disse allora il serpente: “Dio vi ha detto così perché sa che chi ne mangia aprirà gli occhi, diventerà come Dio e conoscerà il Bene e il Male. Ma non è vero che morirai se tocchi l’Albero, sai?”, le prese la mano con la coda e le fece toccare l’Albero. Non successe niente.
Allora la Donna dubitò per la prima volta del suo Creatore, ma in realtà era stato Adamo che le aveva riferito le parole di Dio aggiungendo, per sicurezza, che anche il toccare l’Albero avrebbe causato la morte.
Così la Donna staccò il frutto dall’Albero e lo addentò. E l’Uomo, che era sempre al suo fianco perché non potevano allontanarsi, mangiò anch’egli, siccome sempre facevano le stesse cose.
Così la Donna recise il cordone ombelicale e il legame di fiducia con Dio, disobbedendo per curiosità della conoscenza e compiendo il primo passo incerto verso la libertà.
Mangiato il frutto ad entrambi si aprirono gli occhi e compresero che ciò che avevano fatto era male e provarono vergogna e ripugnanza per se stessi e per l’altro. Allora si resero conto che erano mescolati l’uno nell’altra perché erano senza la pelle che segnasse il confine tra i due corpi.
Per questo cercarono di separarsi l’uno dall’altro mettendo in mezzo delle foglie.
Quando sentirono la voce di Dio nel giardino corsero a nascondersi, sempre cercando di separarsi. L’Uomo era spaventato e arrabbiato con la Donna, mentre ella restava incerta perché non poteva capire, e nella confusione della divisione dei corpi Adamo si prese un pezzo di carne in più, lasciando alla donna una ferita aperta.
Allora Dio chiamò l’Uomo: “Dove sei?” “Ho sentito il tuo passo nel giardino e ho avuto paura perché sono nudo, per questo mi sono nascosto.”
E Dio chiese: “E come fai a sapere che sei nudo? Hai mangiato dell’Albero della Conoscenza?”.
E’ l’Uomo rispose: È colpa della donna, ha iniziato lei!”
E tra i due si creò un abisso.
E la Donna disse: “È colpa del serpente, mi ha ingannata!”
Ma nessuno riconosceva la propria responsabilità.
Allora Dio disse al serpente: “Per aver separato le mie creature da me e da loro stesse sarà maledetta la tua specie e striscerai mangiando terra. Non ci sarà più amicizia tra te e la Donna, e visto che lei ti conosce bene, sarà lei e la sua discendenza a schiacciarti la testa mentre cercherai di morderle il tallone! Tu cercherai di separare, ma lei riuscirà a mediare e ricondurre all’Unità dello Spirito”.
Alla Donna disse: “Visto che hai compiuto il primo passo verso la libertà, a te spetterà la responsabilità di creare altri esseri umani. Perché la libertà comporta responsabilità. La ferita aperta che hai farà da cassa di risonanza del dolore del mondo, dentro di essa cresceranno i tuoi figli come carne della tua carne e soffrirai quando ti saranno strappati fuori.
Il tuo istinto sarà verso l’Uomo perché sempre ricercherai l’Unità e unendoti a lui potrete entrare ancora in contatto con l’Unità dello Spirito e riacquistare il potere perduto tanto che potrete infondere lo Spirito a una nuova vita.
Tu sarai maestra d’Amore perché il tuo stesso corpo conoscerà il sacrificio per la creatura amata.”
All’Uomo disse: “Visto che non sai pensare con la tua testa e hai disobbedito all’unico comandamento che ti ho dato solo perché volevi avere più potere, maledetta sia la terra per causa tua. La natura non sarà più in tuo potere, combatterai contro la sua forza. Con il sudore della tua fronte mangerai pane finché non ritornerai alla terra, perché il tuo orgoglio non ti faccia scordare che polvere sei e polvere ritornerai.
Sì, perché adesso l’essere umano è diventato come noi, e può giudicare ciò che è Bene e ciò che è Male. Scelga dunque tra il Bene e il Male, ma lo faccia in fretta, perché lo caccerò dal giardino di modo che non possa stendere la mano e mangiare dell’Albero della Vita, e i suoi giorni saranno contati.”
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Messaggio  ester_tigro Sab Set 27, 2008 8:35 pm

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grazie charo...

ora aspetto la fine della fiaba Smile
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